Le prime emissioni di green bond, – obbligazioni verdi – nel 2007, hanno avviato il processo di decarbonizzazione e di transizione energetica attraverso la mobilitazione di capitali diretti verso progetti sostenibili. E’ stato pertanto coniato il termine “finanza verde” ed avviata la transizione verso un’economia verde’. La finanza verde, sostenibile, paziente e di lungo termine ha acquisito un ruolo sempre maggiore mobilitando capitali. La mancanza di dati affidabili ha limitato – nel passato – le opportunità del green business, nella carenza di dati certificati sul rischio climatico e sui rendimenti degli investimenti verdi. Lo sviluppo, nel tempo di piattaforme digitali – su base mondiale – per il benchmarck dei dati e lo sviluppo di indici sintetici per la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG index) unitamente alla crescente attenzione internazionale in materia di energia e clima ha fatto emergere le opportunità di investimento in ‘green economy’. L’accelerazione dell’impegno finanziario registrata nell’ultimo decennio, ha creato un eco sistema che, vede al centro dell’interesse degli investitori verdi le energie pulite, la protezione della biodiversità, l’efficienza energetica, i trasporti sostenibili, la gestione idrica, le azioni di adattamento e mitigazione degli effetti climatici. I green bond – espressione dell’impegno finanziario verde – si definiscono “corporate” se emessi dal settore privato, “municipal” se da governi locali e “city” se da città metropolitane. Il mercato – monitorato dal 2009 –  dal Climate Bonds Initiative  – CBI – vede una costante crescita e nuovi strumenti di certificazione, come i CBStandard – CBI – e i Green Bond Principles (GBP), sviluppati dall’International Capital Markets Association (ICMA). I green funds puntano ad investire nel campo della sostenibilità, con una forte esposizione dei fondi pensione e delle assicurazioni. Le Borse hanno lanciato listini dedicati ai green bond. Per permettere agli investitori di valutare i finanziamenti ed il loro impatto (impact investing) è necessaria l’uniformità degli standard e dei criteri di certificazione per la misurazione dei rischi di greenwashing.

La finanza “verde” ha toccato il suo record assoluto a livello globale nel 2019 con un totale di 465 miliardi di dollari, secondo le stime di Bloomberg New Energy Finance (BNEF). E’è un incremento del +78% rispetto all’anno precedente (era di 261 mld $). I ‘green bond’, nel 2019 hanno costituito la metà dell’intero mercato del debito sostenibile, attestandosi a 271 miliardi di $ (182 nel 2018). Mentre, il volume dei ‘sustainability bonds’ – SB –  ha toccato 46 miliardi di $ nel 2019. Una ‘crescita imponente’  per prestiti collegati a criteri di sostenibilità (sustainability-linked loans) in evidenza degli obiettivi ambientali e misurati dagli indici ESG (Environmental, Social and Governance). BNEF riporta come i SB abbiano raggiunto 122 miliardi di dollari nel 2019 segnando un boom del +168% rispetto ai dodici mesi precedenti. Per iniziativa delle UE il mercato dei Green Bond, per effetto di un pacchetto di misure intitolato “Energia pulita per tutti gli europei”, dovrà  –  dal 2021 essere implementato  di 177 miliardi di € all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

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